Credo opportuno e necessario chiarire subito al visitatore del sito, che lo scrivere delle poesie ( forse è meglio definirle impressioni scritte ) che peraltro ricoprono uno spazio temporale di oltre cinquanta anni, non è altro che la necessità di fermare il tempo, per ricordare degli stati d’animo irripetibili, determinati da fatti e da sensazioni che mi hanno coinvolto emotivamente.
È certo che non sono stato spinto da aspirazioni di carattere letterario e nemmeno perché mi sono lasciato trascinare dalla moda attuale, che privilegia il modo di apparire a quello di essere, ma, soltanto per far sapere agli altri quali effetti straordinari provocano piccole e grandi cose che rimangono impresse nella vita di ogni individuo, creando quel patrimonio di sensazioni e conoscenza che ci portiamo appresso tutta la vita, senza voler dimostrare nulla di particolare, se non la propria sensibilità e la visione individuale che abbiamo del mondo che ci circonda.
Ringrazio tutti coloro che intendono dedicare parte del proprio tempo a questa lettura e spero che le sia gradita.
Alfio Vinicio Gigli
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A Mafalda
Mi manchi
Mi manca il tuo sorriso del mattino
appena sveglia
Mi manca la tua presenza viva
seppure sofferente
lungo il corso della giornata
Mi manca il bacio
della buona notte
Mi manca la tua mano
che durante la notte
cercava la mia e non lasciava
fino al mattino
Mi manchi
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A Valentina
La guardo
Ha il broncio
Ha gli occhi d’argento
Mi fissa
Mi ride
L’adoro
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Bologna due agosto
Sembrava
come tanti altri
un giorno assolato d’agosto
La gente in attesa
cercava di vincere l’afa
nella staticità
Un soffio di vento
un attimo d’attesa
un boato
Una massa di corpi vuoti
avvolti
in un grande sudario
Una mente bestiale
una mano assassina
ha spento la vita
Dal mondo silente dei morti
una voce sommessa si eleva
chiedendo agli uomini
degni di chiamarsi tali
fermate quei mostri
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Ciao Mafalda
Ciao
Mi hai lasciato
Sono solo
Attendo quel giorno
che forse ci rivedremo
Lo spero
Ci voglio credere
Ciao
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Compagno Cesarino
Un vecchio amico
artefice di mille battaglie
che lotta da sempre
per la sua verità
Invidio il suo credere
ma non sopporto
il vederlo attorniato
da eredi degeneri
che vogliono usarlo
per i propri egoismi
Burocrati piccoli
usciti dal ventre di scuole distorte
che vogliono guidarlo
Gente che non sa
quanti nel passato
hanno donato se stessi
per questa libertà
Ti ammiro compagno
ti stimo amico
ti onoro uomo
La mia lotta è diversa
ma sono convinto
che porta lontano
forse più in la
di dove porta la tua
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Compiango
Compiango chi
con la vanità
con l’egoismo
con l’ipocrisia
con l’ideologia
con l’interesse
con il potere
costruisce il suo vivere
con l’obbiettivo non dell’essere
ma dell’avere
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Desaparecidos
La belva racchiusa
nel potere in divisa
vuole beffarsi
del diritto degli uomini
Occhi profondi
scavati dal pianto
di madri
di figli
di spose
cercano uomini
spariti nel nulla
Fosse comuni
nascondono corpi
di gente straziata
La nebbia creata
dal potere violento
per porre il silenzio
viene sollevata
dal soffio potente
di uomini liberi
Vile potere
non puoi tu nascondere
all’uomo del mondo
che hai violato
il diritto alla vita
che hanno tutte le genti
Non puoi tu chiedere
e non posso io
donarti il perdono
Chiedo giustizia
Voglio giustizia
per non ricreare
nei tempi futuri
altri uomini che
volano nel nulla
altre madri che piangono
altri desaparecidos
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Donna
Alza lo sguardo al cielo donna
urla la rabbia accumulata
in secoli di schiavitù
Grida con forza
i tuoi sacri diritti
credi in te stessa
guarda lontano
Conquista la tua libertà
difendila
Un mondo senza padroni
sarà nel tuo futuro
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Era un giorno di marzo
Giovani studenti
ammassati lungo la via
gridano il loro dissenso
nel pieno diritto degli uomini
Il potere
violento
ancora una volta
interviene a suo modo
Un giovane muore
la sua vita è carpita
in nome dell’ordine
La massa si muove
urlando dolore
crea scompiglio
rompe vetrine
La città sonnolenta
borghese
di sinistra
non più avvezza alla lotta
sente il clamore
ma non vuol capire
Ripudia i suoi figli che
Sollevano problemi
Inventa degli intrighi
che vengono da lontano
Chiude la piazza al figlio ch’è morto
per togliere così
dignità alla sua lotta
Pazzo potere
crede così
d’aver cancellato
quanto accaduto
I fatti di marzo
rimangono scolpiti
sulla storia del mondo
Quando la città
uscirà dal suo sonno
capirà che il suo futuro
e nato quel giorno
Si
quel giorno
ch’è morto un suo figlio
Francesco
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Giovane drogato
Disteso
la mano tremante
gli occhi lontani
il corpo vuoto
Giaceva cosi
come cosa assente
in mezzo alla via
Quanti sogni bruciati
Chi veramente
conosce il suo nulla?
Chi riconosce in lui
le proprie sconfitte?
Il suo dolce morire
è il nostro morire
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Non lo so
Non so
se questo immenso cielo
è opera divina
Non so
come e da chi
e regolato il moto
dell’universo intero
Non so
perché l’uomo è
di colore bianco
e di colore nero
Non so
come sarà
il nostro domani
Una cosa la so
Certamente la so
La pace nel mondo è
un diritto di ogni uomo
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Pregiudizio
Sull’erba
tra i fiori
un’ ora d’amore
Così fu concepito
nel 1943
Un padre
giovane partigiano
fucilato
Una madre
Dolcissima popolana
abbandonata a se stessa
Giovane figlio
frutto d’amore
il pregiudizio vede in te
semplicisticamente
un figlio di puttana
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Ricordi lontani
Un disco suona
soavi melodie
Riaffiorano
dolci ricordi
Il nostro primo incontro
L’emozione che mi avvolse
La gioia di sentirti vicina
Di toccarti
Il tuo profumo
Il nostro amore
Ti amo profondamente
Compagna della vita
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Ricordi
Ricordi lontani
affiorano
Una via
un cipresso
l’odore sublime di una bacca
distese di verde
colline assolate
Una vecchia che fila
seduta sull’uscio
Un vecchio che fuma
con lo sguardo annebbiato
sul corto orizzonte
Un bimbo che corre
che gioca
che vive
Rivedo il suo sguardo fissare
un punto lontano
Pensava al domani
sognava il futuro
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Suoni di bimba
Suoni sconnessi
vagano nell’aria
Piccole dita
fanno vibrare
le corde tese
di una vecchia chitarra
Una bimba
dai biondi capelli
scopre per caso
il fascino del suono
È tesa
Attenta
Traspare
dai suoi occhi d’argento
l’ emozione della scoperta
Lo stridio dei suoni
penetra nel suo essere
e da la sensazione
che li ricomponga
li amplifichi
e li riproponga
diffondendo all’intorno
la più meravigliose
delle melodie
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Tristezza
Cammino da tempo
sul lungo sentiero della vita
carico di pensieri che volano
come uccelli nel loro migrare
Ricordo
La strada percorsa
in mezzo alla folla
e risento il suo umano calore
Sognavo
distese di prati fioriti
e spazi infiniti
per l’uomo e la mente
La vita
la gioia
l’amore
la luce
l’immenso
Ma
il dissolversi dei sogni
mi riporta
nella reale dimensione
alle umane miserie
alla quotidianità
La tristezza m’invade
la nebbia cala
sparisce l’orizzonte
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Vivere
Vivo
Vivo per essere
Vivo per essere vivo
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Lettera al cancro
Sei entrato fraudolentemente
dentro il mio corpo
cercando di apparire
come altra cosa.
Sei un vile
speravi di passare inosservato
fino ad annientarmi
ma non ci sei riuscito.
Appena ti ho riconosciuto
ti ho affrontato
a viso aperto
usando tutte le mie energie.
Non intendo mollare
sono disposto a tutto
anche a convivere con te
per lungo tempo.
Lo so che la mia lotta
sarà sempre più dura
e sarà già un risultato
riuscire a bloccarti.
Ma ce la farò
voglio farcela
anche se dovrò
convivere a lungo con te.
Sei un vile
un codardo
un idiota
ma sopratutto uno stupido.
Si doppiamente stupido
perchè alla fine forse vincerai tu
ma la mia morte
sarà anche la tua.